sabato 24 marzo 2012

Popolo contro proletariato


Popolo contro proletariato
vosstanie.org/
marzo 2012

La retorica si affina, i campi semantici si mobilitano, le parole si scontrano e si confondono, cambiando alle volte campo, ovviamente sottoposti agli interessi del momento. Il fatto che tutti trovino un accordo sull'uso delle stesse, annuncia molto di più di una battaglia fra le chiese della politica. Così il "popolo" ha fatto il suo ritorno, in tutte le bocche bavose dei democratici borghesi, sia sul fronte dalla sinistra che sul fronte nazionalista. Quel che è certo è che tutti sono dalla parte del "popolo". Il popolo è qui chiamato a servire il mitico interesse generale, che altro non è che l’interesse della borghesia e dei suoi interessi capitalistici (nazionali e internazionali).
Il 'popolo' è ancora e sempre la negazione delle classi e delle loro contraddizioni, della violenza, dello sfruttamento e delle condizioni di sopravvivenza.

Infine, ci diranno, che siamo tutti sulla stessa barca: la Francia! Il problema è che c'è chi rema, e altri che danno colpi di frusta! Un viaggio troppo lungo che porta al paese infernale dell’accumulazione.
Così il «popolo» è resuscitato con i suoi sogni di grandi muri e di classificazioni genetiche. Questo "popolo" ha spesso la pelle bianca, è spesso un uomo bianco, manca solo che sia biondo, ma alla fine poco importa, la finzione ricopre con il suo velo opaco i rapporti di classe, per un momento, uno di più. Le storie vanno bene per il popolo massa indistinta e informe, malleabile e dominata che sogna solo una cosa, di essere lasciato in pace. Dopo il dogma democratico repubblicano, il capitalismo (il migliore dei razzismi e degli autoritarismi) si prende cura di mettere ciascuno al suo posto. Avete detto sfruttato? dominato? umiliato? disprezzato? Ti sei piegato tutto il giorno per un padrone? Hai un lavoro di merda, senza scopo ne logica? Perdi la tua vita per sopravvivere? Poco importa! Tu fai parte del "popolo" e la nazione è qui per proteggerti. La nazione che adesca ancora una volta il “popolo buono” per la prossima guerra mondiale (la guerra economica di tutti contro tutti) e gli fa ammettere che altrove c’è di peggio, che bisgna essere realisti, che dobbiamo essere competitivi, e: chi farà funzionare il mio condizionatore in estate? E’ necessario che "noi" andiamo a cercare il "nostro" uranio! Vendere armi per "il nostro Pil" e le nostre pensioni. Sandwich o ciotola di riso? Il “popolo” vuole andare in pensione quando gli pare, vuole essere libero, a quanto pare. Sarà libero soprattutto di andare in pensione con una pensione di merda. E sarà ancora più libero di morire in strada, o essere libero di lavorare fino all'età di 80 anni, per un'altra parte dello stesso "popolo" e della stessa nazione. Il “popolo" è simpatico soprattutto perché non esiste. Raggruppa talmente tante persone che non si sa nemmeno più di chi si sta parlando, e va bene cosi... per alcuni.

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