mercoledì 30 novembre 2011

Come può venire realizzato il comunismo, David Harvey

Pubblichiamo un inedito di David Harvey sul comunismo. Harvey è uno dei rappresentanti del cosidetto marxismo "geografico", autore di numerosi saggi sulla crisi e sull'urbanistica, ricordiamo il suo recente libro L'enigma del capitale uscito nel maggio 2011.
Il testo, qui tradotto, non è privo di mancanze, ma è interessante cogliere il passaggio che un autore ancora dentro il meccanismo dell'economia politica inizia ad intravedere rispetto al piano di rottura e della critica alla società di classe stessa. Inoltre ci permette di cogliere aspetti di questo autore che spesso sono sottostimati dai suoi stessi estimatori italiani.
Il testo è la presentazione che scrisse Harvey nel 2008 in occasione della ripubblicazione del Manifesto del partito comunista di Marx e Engels.

Connessioni per la lotta di classe
inverno 2011
per scaricare il testo: il comunismo david harvey

martedì 29 novembre 2011

il comunismo è la comunità materiale umana

Il comunismo è la comunità materiale umana, Amadeo Bordiga oggi
Loren Goldner
scarica il testo:   il comunismo

"In occidente, oggi, al contrario dei rivoluzionari dcl 1910, noi viviamo in un mondo completamente capitalista. Non c'è uno sviluppo capitalistico dell'agricoltura da completare, non c 'è alcuna questione contadina che stia di fronte al movimento operaio. Nello stesso tempo, nel bel mezzo di una profonda depressione economica delle dimensioni di quella degli anni '30, tutte le vecchie visioni rivoluzionarie sono svanite, e il senso di cosa possa assomigliare ad un mondo positivo oltre il capitalismo è meno chiaro che mai. (La storia recente ha fornito molti esempi di alternative negative). Quando abbiamo capito che molto di quello che sta crollando oggi è in ultima analisi l'eredità degli stati assoluti illuminati e della loro estensione moderna, possiamo vedere che gli strumenti concettuali in uso fino a poco tempo fa erano strumenti per il completamento della rivoluzione borghese, sviluppati da movimenti che in definitiva erano guidati da una classe di amministratori pubblici, effettivi o potenziali. Per liberare Marx da questa eredità statalista noi
possiamo almeno iniziare a cercare di comprendere il mondo dal punto di vista «del movimento
reale che si sta svolgendo sotto i nostri occhi". (Manifesto del Partito Comunista)."

Contro la democrazia

CONTRO LA DEMOCRAZIA
Contributo a una critica dell'autonomia della politica

di Gilles Dauvé e Karl Nesic (2009)

Potremmo interrogarci sul senso dell’ennesima riflessione su un soggetto apparentemente secondario, se paragonato a questioni più urgenti come l’attuale crisi. Tutto sembra in effetti essere stato già detto sulla democrazia, dai suoi nemici e dai suoi cantori o riformatori. È di buon gusto nei paesi capitalistici detti sviluppati denunciare la desuetudine delle pratiche parlamentari e il disinteresse che suscitano. Nessun elettore auspica che il suo voto possa cambiare profondamente la sua vita. 

L’interpretazione della teoria marxiana dell’’accumulazione e delle crisi

Grossmann e Mattick
L’interpretazione della teoria marxiana 
dell’’accumulazione e delle crisi
di Federico Hermanin, 1976

Pubblichiamo questo datato, ma importante testo rispetto al piano di ricerca della crisi e delle teorie della crisi. Il testo di Hermanin ha il pregio di mettere al centro la categoria di critica dell’economia politica dentro lo studio della crisi, concentrandosi su due importanti autori quali Grossmann e Mattick.

Connessioni per la lotta di classe

il risveglio islandese

domenica 27 novembre 2011

Il nuovo capitalismo e la vecchia lotta di classe

IL NUOVO CAPITALISMO E LA VECCHIA 
LOTTA DI CLASSE[1]

Paul Mattick, 1969

Il proletariato o è rivoluzionario o non è nulla
Karl Marx

I
Essendo un prodotto della società borghese, il movimento socialista è legato agli andamenti dello sviluppo capitalistico. Prenderà forme differenti a seconda delle oscillazioni nelle fortune del sistema capitalistico. Ristagna, e quasi sparisce, in momenti e luoghi che non siano favorevoli allo sviluppo della coscienza di classe. In fasi di prosperità del capitalismo, il movimento socialista tende a trasformarsi da rivoluzionario in movimento riformista. In tempi di crisi sociale, può venire completamente represso dalle classi dominanti. 

Il prossimo passo per Occupy Wall Street

da Insurgent Notes, 17 novembre
http://insurgentnotes.com/

Il prossimo passo per Occupy Wall Street: occupare gli edifici, occupare i luoghi di lavoro

Oggi, dopo due mesi di occupazioni e attacchi alle occupazioni a Portland, Oakland e ora Manhattan, Occupy Wall Street potrebbe essere sul punto di cominciare un nuovo processo- una massiccia convergenza di studenti in Union Square e una convergenza della working-class in Foley Square che provano a dare realtà ai crescenti appelli per uno sciopero generale. Questo nuovo processo dovrebbe includere l'estensione delle occupazioni dei palazzi per l'inverno incombente e, oltre a questo, dei posti di lavori, dove la working-class può provocare lo stop sistemico, come ulteriore passo verso la presa dell'amministrazione della società su base interamente nuova. Qualsiasi cosa accada oggi  (Novembre 17) e nella prossima settimana di azione, è tempo di testare la forza e i limiti dei movimenti di occupazione a New York e negli USA.

AUTONOMIA E ORGANIZZAZIONE

Connessioni per la lotta di classe
inverno 2011 Bologna

Autonomia e organizzazione

“La conoscenza teorica del fatto che il capitalismo dovrà crollare a causa delle sue contraddizioni, non impegna a sostenere che il vero crollo sarà un processo automatico, indipendente dagli uomini, senza gli uomini non esiste nemmeno l’economia”
P.Mattick

La crisi

La parola crisi è ormai sulla bocca di tutti, crisi che al di là del suo elemento fenomenologico, l’aspetto finanziario, è in realtà crisi complessiva degli attuali assetti capitalistici.
Investe cioè aspetti legati alla produzione e alla dimensione geografica del capitale stesso, che si riversano sul tempo e lo spazio di vita (cfr Generalizzazione della precarietà e dimensione metropolitana su www.connessioni-connessioni.blogspot.com).

venerdì 25 novembre 2011

Socialismo del capitale e autonomia operaia

SOCIALISMO DEL CAPITALE E AUTONOMIA OPERAIA
P.Mattick 1939

Dalla critica fin qui condotta si può facilmente dedurre che la futura attività della classe operaia non si potrà chiamare un «nuovo inizio», ma semplicemente un inizio.

La crisi permanente

La crisi permanente
Da International Council Correspondence, n. 2, novembre 1934

I
Secondo Marx, lo sviluppo delle forze produttive sociali è anche il motore dello sviluppo storico, perché attraverso l’acquisizione di nuove forze produttive gli uomini cambiano il modo di produzione e cambiando quest’ultimo, il modo cioè di procacciarsi da vivere, mutano anche tutto il complesso dei rapporti sociali. La sostituzione del filatoio e del telaio a mano da parte della filanda e del telaio automatici, così come quella della mazza del fabbro ferraio da parte del martello a vapore segnarono non soltanto la fine delle piccole botteghe individuali artigiane, cui subentrarono grandi impianti industriali con migliaia di lavoratori, ma anche il passaggio definitivo dalla società feudale a quella capitalistica. Si trattò quindi non di una mera rivoluzione materiale, ma di una vera e propria rivoluzione culturale.

il movimento dei consigli in germania

IL MOVIMENTO DEI CONSIGLI IN GERMANIA (1919-1936)
di H.C. Meijer

Il testo che segue non è l’opera di uno storico di Stato. Non ha quindi lo scopo di far ricordare dei fenomeni contingenti, di accumulare dei dettagli legati ad una situazione particolare, ma di mettere in evidenza alcuni grandi tratti storici particolarmente significativi. Si sforza ugualmente di mostrare come il fallimento del movimento dei consigli nella Germania degli anni ‘20 fu imputabile in primo luogo all’influenza che i concetti tradizionali continuavano ad esercitare sulla mentalità operaia e quanto sia grande la necessità di proporre delle idee nuove in stretto rapporto con l’epoca in cui viviamo. Infine, mettendo in evidenza la estrema difficoltà di questo compito – perfino per dei militanti decisi e dalle idee avanzate – sottolinea implicitamente che la ricerca degli elementi di novità nella lotta di classe e la propaganda per il mondo nuovo, sono uno dei rari mezzi di cui i partigiani della Rateidee (idea dei consigli) dispongono, per agire nei confronti di un movimento generale autonomo di classe, quando esso si manifesta.

Ricordo del comunista consiliare Cajo Brendel a cura di Omar Wisyam

Colloquio con Cajo Brendel
sul comunismo dei consigli
(traduzione di Omar Wisyam)

Stai in guardia contro ogni mito!”
Questo colloquio del gruppo tedesco Revolution Times con Cajo Brendel, realizzato nel dicembre del 1999, è stato pubblicato nel gennaio 2001 nella brochure: Red Devil, Die Kronstadt-Rebellion. Alle Macht den Sowjets, nicht den Parteien! (La rivolta di Kronstadt. Tutto il potere ai soviet, niente ai partiti!), Bibliothek des Widerstandes (Biblioteca della resistenza), gennaio 2001, p. 21-27.



La questione dello Stato

La questione dello Stato
[Traduzione de La question de l’État,
in «La Guerre sociale», n. 2, Paris, Mars 1978 
I
Lo Stato occupa viepiù la totalità della nostra esistenza. Gli Stati paiono reggere il mondo, e ogni Stato costituito sembra creare in qualche modo la società: prodotto della società, appare come suo garante, financo suo fondatore; assicurandone la coesione, sembra darle vita.
Qualunque Stato attuale ha infinitamente più potere dei despoti d’altri tempi. Il progresso della «democrazia» va di pari passo col rafforzamento dello Stato, e il liberalismo ha generato il suo contrario.

Le parole sono più forti dei fenomeni?

Le parole sono più forti dei fenomeni
Nel mondo dove vive la sinistra, sicuramente si
di Richard Jones, 2007

pubblichiamo questo materiale traddoto da P.Giordani

le radici economiche delle sollevazioni in Africa settentrionale

Le radici economiche delle sollevazioni in Africa settentrionale
di F.Macheda e R.Nadalini

Riceviamo e giriamo questo interessante contributo all'analisi sui processi di crisi in Africa

mercoledì 16 novembre 2011

I limiti del 99%

Il candore e il 99%
di Joel Olson, autunno 2011

Pubblichiamo questo articolo scritto da un attivista americano Joel Olson, del gruppo bring the ruckus (www.bringtheruckus.org), rete di attivisti impegnata nell’attuale sviluppo del movimento del 99%. L’articolo affronta il problema razziale all’interno del movimento in U.S.A. Malgrado l’approccio sia eccessivamente riduttivo della complessità sociale americana, coglie un aspetto importante: il meccanismo spesso limitante che la dimensione del 99% porta con sé, attraverso la negazione di una suddivisione sociale precisa, che contrappone interessi diversi. Dietro allo slogan del 99% si nasconde un’astrazione ideologica propria della politica di sinistra e delle sue organizzazioni. Questa astrazione diluisce gli interessi proletari dentro un generico tutto, che giustifica la politica, difendendo in buona sostanza quella porzione sociale legata al ceto medio che ha subito in questi anni un declassamento. La politica della sinistra si arroga il diritto di rappresentare una totalità astratta ed universale, annullando la realtà della lotta di classe e dei rapporti sociali capitalisti. E’ così che rinascono utopie neo-keynesiane o tecniciste. Si riproducono quindi gli stessi rapporti sociali che si dice di combattere, i movimenti sono gestiti dagli stessi che già gestiscono (o fino a poco tempo fa gestivano) questo mondo.

Marxismo ieri, oggi e domani

Marxismo ieri, oggi e domani

P.Mattick, 1978

Nella concezione di Marx, cambiamenti delle condizioni sociali e materiali nella gente ne alterano la coscienza. Questo è anche vero per il Marxismo e il suo sviluppo storico. Il Marxismo cominciò come teoria di lotta di classe basata su specifici rapporti sociali della produzione capitalista. Ma mentre la sua analisi delle contraddizioni sociali intrinseche nella produzione capitalista si riferisce alla tendenza generale dello sviluppo capitalista, la lotta di classe è una questione quotidiana e si adatta in base ai cambiamenti delle condizioni sociali. Questi aggiustamenti trovano la loro riflessione nell’ideologia marxiana. La storia del capitalismo è quindi anche la storia del Marxismo.
Il movimento dei lavoratori precedette la teoria marxiana e le fornì le effettive basi per il suo sviluppo. Il Marxismo divenne la teoria dominante del movimento socialista in quanto fu in grado di rivelare convincentemente la struttura sfruttatrice della società capitalista e simultaneamente fu in grado di svelare i limiti storici di questo particolare stile di produzione. Il segreto del vasto sviluppo del capitalismo – cioè, il costante aumento dello sfruttamento della forza lavoro – era anche il segreto delle varie difficoltà che lo indirizzavano verso la sua disfatta finale. Il “Capitale” di Marx, impiegando metodi d’analisi scientifica, fu in grado offrire una teoria che sintetizzava la lotta di classe e le contraddizioni generali della produzione capitalista.

martedì 15 novembre 2011

PRECARIETA' E DIMENSIONE METROPOLITANA

Precarietà e dimensione metropolitana*
autunno 2011
CONNESSIONI per la lotta di classe

L’accumulazione flessibile
Saper leggere il presente vuol dire innanzitutto prendere coscienza di cosa è oggi l’accumulazione flessibile, cioè l’attuale modello di produzione capitalista. Dove gli elementi spazio-tempo si interconnettono in modo sempre più dinamico.
L’accumulazione flessibile non é nuova accumulazione ma una velocizzazione nello spazio-tempo del processo di accumulazione.

lunedì 14 novembre 2011

vizi privati e pubbliche virtù

Paolo Giussani
settembre 2011

scarica cliccando sul titolo:

L’esercito industriale di riserva alimenta la speculazione

Antonio Pagliarone*

“Ma se una sovrappopolazione operaia è il prodotto necessario di una accumulazione ossia dello sviluppo della ricchezza su base capitalistica, questa sovrappopolazione diventa. viceversa. la leva dell’accumulazione capitalistica e addirittura una delle condizioni di esistenza del modo di produzione capitalistico. Essa costituisce un esercito industriale di riserva disponibile che appartiene al capitale in maniera così completa come se quest’ultimo  l’avesse allevato a sue proprie spese , e crea per i mutevoli bisogni di valorizzazione di esso il materiale umano sfruttabile sempre pronto, indipendentemente dai limiti del reale aumento della popolazione”
(K.Marx Il Capitale Libro I pag 692. Ed Riuniti) 

Accanto alla tesi piuttosto diffusa secondo la quale ci troveremmo di fronte ad una nuova fase di crescita economica determinata da forti aumenti della produttività legati all’introduzione delle cosiddette “New technologies”[1] se ne sta sviluppando un’altra secondo la quale la realizzazione di ulteriori profitti sarebbe legata al “taglio dei costi” che, permettendo di produrre merci a prezzi sempre più bassi, garantirebbe l’esistenza di un sistema socio-economico “low cost”.

martedì 8 novembre 2011

Il partito di Wall Street incontra la sua nemesi

Testo di David Harvey

Il Partito di Wall Street ha governato incontrastato gli Stati Uniti sin troppo a lungo.  Ha totalmente (ovvero l’opposto di parzialmente) dominato le politiche dei Presidenti degli ultimi quattro decenni (se non di più), indipendentemente dal fatto che i singoli presidenti fossero suoi agenti volenterosi o meno.  Ha corrotto legalmente il Congresso attraverso la codarda dipendenza dei politici di entrambi i partiti dal suo crudo potere finanziario e dall’accesso ai media convenzionali che esso controlla.  Grazie alle nomine formulate e  approvate dai Presidenti e dal Congresso, il Partito di Wall Street domina gran parte dell’apparato statale e di quello giudiziario, in particolare la Corte Suprema, le cui sentenze di parte favoriscono sempre più venali interessi finanziari in sfere tanto diverse quanto la legge elettorale, quelle sul lavoro, l’ambiente e i contratti.