sabato 18 agosto 2012

Kropotkin sul mutuo appoggio, Mattick

 Kropotkin sul mutuo appoggio
Recensione
Paul Mattick
1956

Recensione al libro
Questo nuovo pubblicazione dello scritto di Kropotkin sul mutuo appoggio, pubblicato la prima volta a cavallo del secolo, non solo soddisfa il bisogno per la sua utilità, ma - in qualche misura - aiuta anche a combattere l'attuale neo-malthusianesimo e i rinnovati, anche se inutili, tentativi di presentare la concorrenza capitalistica come una "legge di natura" ispirato alla convinzione di Huxley che in natura e nella società la lotta per l'esistenza sia di uno contro tutti, Kropotkin ha dimostrato che sia nel mondo animale che nella società umana è piuttosto l’aiuto reciproco che assicura l'esistenza e fare progressi.
Quello che sostiene Huxley passa sotto il nome di darwinismo sociale-. "la sopravvivenza del più adatto ". Il successo nella società in questo modo deriverebbe dalla selezione naturale.
Non ci si può fare niente e non è necessaria nessuna scusa in quanto la natura ne morale ne immorale ma non-morale.


Certo, si cerca di sfidare la "legge naturale" attraverso l'istituzione di ordine sociale finalizzato a mitigare la lotta di tutti contro tutti. Eppure questo è poco plausibile per il futuro perché la popolazione tende a superare i mezzi di sussistenza, e quindi la lotta per la sopravvivenza continua a distruggere il debole.

Kropotkin non rispose all'argomento malthusiano di Huxley, anche se è l'unico che Huxley ha portato a sostegno delle sue opinioni. Invece Kropotkin, ha descritto le forme di mutuo appoggio osservati nel mondo animale e vari tipi di collaborazione sociale, nel corso della storia dell'uomo. Questo lo ha fatto in modo eccellente, in modo che il libro - a prescindere dalla sua finalità specifica - è un importante studio del comportamento animale e dell'evoluzione della socialità umana. Esso stesso sotto l'incantesimo del darwinismo, Kropotkin ha voluto correggere la sua interpretazione capitalisticamente-determinata e parziale, che ha visto solo la concorrenza come strumento della sopravvivenza trascurando il fattore molto più importante del mutuo appoggio. Lui non ha ripreso l'argomento malthusiano perché pensava che i “controlli esistenti naturali alla sovrapopolazione l’avessero reso irrilevante.
Questo gioca a favore dei "darwinisti sociali", che non fanno distinzione tra società e natura, vedono in tutte le miserie sociali manifestazione di una "legge naturale". Essi insistono sul fatto che, anche se la lotta per l'esistenza non può essere caratterizzata da l'immancabile lotta accanita per i mezzi di sussistenza, tuttavia il pauperismo e la fame, come anche la carestia e la peste, devono essere considerati come "controlli naturali a un eccesso di popolazione". Dal loro punto di vista, la riduzione della sofferenza umana, causata da qualsivoglia ragione , si contrappone ai necessari "controlli naturali” alla sovrapopolazione.
Kropotkin non rispose all'argomento malthusiano, perché anche lui non distingue abbastanza chiaramente tra società e natura.
Proprio come per i darwinisti sociali la competizione è istintiva sia per gli uomini e gli animali, cosi per Kropotkin il mutuo appoggio è un "istinto morale" di "origine pre-umana" e una "legge di natura." Questo non gli impedì, tuttavia, di rendere parola d'ordine, il mutuo appoggio, che ci arriva "dal bosco, dalla foresta, dal fiume, dall'oceano," nelle fondamenta delle nostre “concezioni etiche" in modo da garantire "una più alta evoluzione della nostra specie". Sembra, quindi, che "leggi naturali" per essere veramente efficaci abbiano bisogno del supporto o del rifiuto degli uomini.

L'osservazione rivela che vi è sia la concorrenza che il mutuo appoggio all'interno e tra le diverse specie. Mutuo appoggio che, ovviamente, è la migliore strada per la sopravvivenza per le specie, la cui sopravvivenza dipende dall'aiuto reciproco, come la competizione. Per molto tempo, tuttavia, la sopravvivenza nel mondo animale non è dipesa dalla pratica della mutualità o della concorrenza, ma è stata determinata dalla decisione degli uomini su quali specie avrebbero dovuto vivere e prosperare e quali sarebbero dovute essere sterminate. Qualunque "legge naturale" possa esistere rispetto al mondo animale, è annullata dalle "leggi" fatte dall’uomo che forma la "natura" alle proprie esigenze o capricci. "Natura allo stato naturale" per così dire, dove "le leggi naturali" potrebbero governare a bisogna oggi di essere preservata e protetta da leggi nazionali e internazionali. Ovunque l’uomo ha il potere, le "leggi della natura" rispetto alla vita animale cessano di esistere.

Se questo è vero per il mondo animale, quanto più questo deve essere vero per l'uomo stesso. Sebbene Marx fosse un grande ammiratore di Darwin, Marx ha richiamato l'attenzione sul fatto che la "natura" viene continuamente modificata dalle attività degli uomini, e (contro in malthusianesimo in particolare) che nessuna "legge naturale" governa la crescita della popolazione. La mutevole struttura sociale, non "legge naturale", determina se c'è "sovrappopolazione" oppure no, e se in conseguenza di questa sovra-popolazione, o indipendentemente da essa, è il mutuo appoggio o la concorrenza che caratterizza i rapporti sociali. "La sovra-popolazione" e la fame e la miseria ad essa associata, non sono prodotti della natura, ma prodotti di uomini, o piuttosto di rapporti sociali che escludono una organizzazione sociale della produzione e della vita in generale tale da abolire il problema della sovra-popolazione con il problema della fame.
La "sovrappopolazione" di cui parla Huxley, non è quella relativa ai mezzi di sussistenza, ma rispetto alle esigenze di accumulazione del capitale, è un prodotto del modo di produzione capitalistico e non di una "legge di natura".

A dire il vero, la "sovra-popolazione" sembra esistere in vaste aree del mondo dove le popolazioni sono sottoposte a carestie, inondazioni e a mezzi di produzione arretrati. Anche se questa condizione può non essere costruita dall’uomo, è in ogni caso mantenuta da uomini, in modo da garantire posizioni di privilegio all'interno di rapporti sociali esistenti, o di rapporti di forza internazionali, o di entrambi simultaneamente. La "sovra-popolazione" non è la causa ma il risultato di questi tentativi di arrestare lo sviluppo sociale, come si può vedere dal fatto che, ovunque la fame viene eliminata la popolazione tende a diminuire. Ma anche se non fosse così, esistono per un tempo molto lungo ampie opportunità per un aumento della produzione in grado di nutrire una popolazione mondiale molte volte la sua dimensione attuale.
Non è in realtà la "sovrappopolazione" che preoccupa le classi dominanti. Piuttosto è vero il contrario, come si evince dagli sforzi frenetici per aumentare la popolazione al primo segno del suo declino tendenziale, dal fatto che il controllo delle nascite è un crimine, e dal mantenimento di condizioni che favoriscono un notevole aumento del masse impoverite. Le condizioni di miseria per le masse sono un prerequisito per la ricchezza e la particolare posizione sociale delle classi dominanti.
Anche se è bene sapere che c’è almeno altrettanto mutuo appoggio che competizione nella natura e nella società, questo non è sufficiente a far cambiare le abitudini degli uomini e modificare le relazioni sociali. Per coloro che traggono profitto dalle condizioni attuali non importa se si tratta di "naturale" o "innaturale", il "migliore" o il "peggiore" metodo per la sopravvivenza della specie. L'umanità non è un loro problema. Per coloro che creano i profitti può essere bello sapere che il mutuo appoggio praticato nei loro stessi ambienti attesti i loro alti concetti etici e di comportamento naturale, ma questo non li ferma dallo sfruttare. Tutta la polemica tra Huxley e Kropotkin è in un certo senso fuori luogo - non tocca i temi rilevanti della società, vale a dire che il "mutuo appoggio" in una società umana presuppone l'abolizione dei rapporti di classe.

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