mercoledì 29 febbraio 2012

Luca Abbà


Luca Abbà

Dino Erba, Milano, 29 febbraio 2012.

Il cretinetti della Val Susa
Affonda proprietà privata e democrazia pilastri della società borghese

Luca Abbà è un piccolo grande uomo della Val Susa.
Un cretinetti. Uno dei tanti. Siamo tutti cretinetti.
Se abbiamo la pretesa di affrontare i signori dell’economia e della politica.
Gente che dopo aver fatto disastri, continua a contarcela su.
Come se la colpa delle loro malefatte fosse nostra.
Hanno proprio la faccia come il culo!
Intanto, sotto i morsi crudeli della crisi, il movimento NO TAV diventa termometro di una rabbia crescente, che unifica i vari fronti di lotta.

domenica 26 febbraio 2012

UNA SPIEGAZIONE DELL’INFLAZIONE E DELLA DISOCCUPAZIONE: UNA SFIDA ALLA TEORIA ECONOMICA NEOLIBERALE


UNA SPIEGAZIONE  DELL’INFLAZIONE E DELLA DISOCCUPAZIONE: UNA SFIDA ALLA TEORIA ECONOMICA NEOLIBERALE di Anwar Shaikh (1999) articolo uscito per Plusvalore
per scaricare il documento:una-spiegazione-dellinflazione

venerdì 24 febbraio 2012

CON UNA RIPRESA COME QUESTA CHI A BISOGNO DI RECESSIONE?

Perspective Internationaliste, n.54
internationalist-perspective.org

La recessione è finita ma la crisi continua ad approfondirsi. Che l'economia globale sia in crescita, anche se a bassa intensità, non è una sorpresa, tenuto conto delle migliaia di miliardi spesi dai governi per stimolarla. Ciò non impedisce che molte di queste misure siano già in via di esaurimento e che l'impatto dell’aumento della spesa pubblica si riduca a un filo...

Svalutazione finanziaria, crisi monetaria e banca rotta degli stati

Svalutazione finanziaria, crisi monetaria e banca rotta degli stati
da Echanges, (spartacus1918.canalblog.com)
di Gerard Bad, 2011 
per scaricare il documento:

Tear Me Down Sciopero Selvaggio


la protesta dei lavoratori spagnoli


La protesta dei lavoratori spagnoli contro la riforma del lavoro

Più di un milione di lavoratori spagnoli sono scesi in piazza in tutto il paese in segno di protesta contro il governo e contro le nuove riforme che consentono ai padroni di tagliare unilateralmente i salari. Il governo sostiene che dando maggiore capacità di manovra al padronato si potrà ridurre il tasso di disoccupazione in Spagna (attualmente utilizzando le statistiche ufficiali del 23%), con un tasso di disoccupazione giovanile al 50%. Una simile proposta di completa deregolamentazione del mercato del lavoro è sostenuta anche dall’attuale governo Monti, che presenta questa soluzione: più facilità hanno i padroni a licenziare e più facilità hanno di assumere. Indipendentemente dalle altrettanto fumose contro-proposte della sinistra (più o meno ufficiale e/o alternativa) che crede che si possa scindere la finanza dall’elemento produttivo (la spirale finanziaria degli ultimi 30 anni non è causa della crisi ma un suo effetto) il dato che tuttavia emerge è una dinamica di proletarizzazione e pauperizzazione massiccia. Dove la percezione della miseria relativa cresce, e sta avvenendo un meccanismo di de-integrazione di classe, questo processo non equivale automaticamente ad un piano di rottura ma è la sua condizione basilare. In futuro potremo osservare se questo processo è affermato o subito semplicemente. Dove le attuali organizzazioni politiche e sindacali rimaniamo convinti che saranno più un freno che uno stimolo a processi di rottura di classe, perché incapaci di leggere questa nuova fase, dove il loro ruolo viene fortemente compromesso.

In Spagna nel fine settimana è stato stimato che oltre 1.000.000 lavoratori hanno manifestato in 57 città contro la riforma del lavoro. La riforma del lavoro permette ai datori di lavoro di ridurre la retribuzione dei lavoratori unilateralmente. Tutto questo per consentire che l'attività produttiva rimanga competitiva. I disoccupati perderanno tutti i benefici se rifiutaranno per 3 volte offerte di un lavoro e il governo sta creando nuovi contratti di formazione e apprendistato, con bassissime retribuzioni. Ci sarà anche la fine della contrattazione collettiva di lavoro.

Un insegnante di spagnolo ha detto che "La riforma del lavoro è la scusa perfetta per il governo, che è una marionetta delle banche e delle grandi società, per attaccare i nostri standard di vita. Questo sistema sta truffando tutti noi ".

Per maggiori info:
libcom.org
gruporuptura.wordpress.com/
todoporhacer.org/

Connessioni per la lotta di classe

mercoledì 22 febbraio 2012

pianificazione dal basso e consigli operai

Nelle attuali dinamiche della crisi, ci sembra utile riniziare a discutere di chi si è posto il problema "dell'associazione libera dei produttori", dove il fenomeno della de-integrazione può non essere unicamente subito, ma occasione per porre ipotesi di cambiamento radicale del presente.
E' nostra intenzione come redazione di Connessioni iniziare a fornire materiali inerenti anche ad un simile piano di analisi. Ripubblichiamo in proposito un testo scritto da Visconte Grisi nel 1994 che analizza il portato dell'ipotesi di una pianificazione dal basso, promossa dallo studio della GIK-H (Gruppo dei comunisti internazionalisti-Olanda) negli anni 30.
per scaricare il documento:gik

lunedì 20 febbraio 2012

Sul processo Eternit, note all’articolo pubblicato sul blog di Connessioni


in merito all'articolo:il-processo-eternit-e-la-nocivita

Sulla vicenda della sentenza di tribunale in merito ad alcune morti bianche dell’amianto è stato pubblicato sul blog  un intervento che pone delle riflessioni più ampie. Viene giustamente spostata l’attenzione dal danno che può ricevere un lavoratore in seguito alla attività lavorativa alla nocività di quest’ultima. Viene anche avanzata l’idea che venga a costituirsi una  legislazione protettiva dei lavoratori in seguito alle lotte di questi ultimi.
Volendo essere un po’ più aderenti alla realtà del caso la nocività si è estesa senza dubbio alla famiglia. Molte mogli che lavavano le tutte dei mariti lavoratori hanno avuto contatto continuato con l’amianto. Non sarebbe difficile ricondurre la nocività ad un ambito più generale includendo anche l’ambiente. Ma restando nell’ambito della fabbrica si ha il pregio di condurre l’argomento evidenziando immediatamente il rapporto di classe interno alla produzione capitalista. Quello che poco convince degli argomenti dell’articolo è un concetto di lavoro e di forze produttive (non espressamente nominate ma riferite come macchinismo e divisione del lavoro), e una conduzione di una critica cosiddetta radicale del modo di produzione capitalista, che in realtà restano interne alle compatibilità di una produzione per la produzione, cioè per l’accumulazione del capitale. Il concetto di merce forza lavoro posto come necessità per il  lavoratore di vendere l’unica merce di scambio che possiede per la propria sopravvivenza, svanisce nel testo sotto un immediato passaggio alla attività lavorativa  confusa con la merce forza lavoro e infine diventata lavoro tout court. Quella che era iniziata come critica radicale di una società basata sullo sfruttamento si è conclusa con una timida proposta di socializzazione del lavoro, dei suoi aspetti positivi e dei suoi aspetti negativi. Il problema qui sta nel fatto che nel prospettare una critica radicale della produzione capitalista si è perso di vista quali sono i caratteri necessari che una critica radicale dovrebbe evidenziare per supporne il superamento. Non nascondiamo che  il problema non può risolversi in poche righe che riflettono sul problema della nocività dell’attività lavorativa. Cercheremo però di esporre alcune considerazioni emerse dalla lettura dell’articolo in questione.

domenica 19 febbraio 2012

IL PROCESSO ETERNIT E LA NOCIVITA’ SUL LAVORO


di Valerio Bertello
febbraio 2012

La questione della nocività sul lavoro è un punto sensibile della logica del capitalismo in quanto mette a nudo il rapporto di sfruttamento e i suoi meccanismi.Il problema può essere considerato, come tanti altri concernenti i rapporti sociali capitalistici, da diversi punti di vista, ma i principali sono tre. Quello capitalista puro, cioè il punto di vista liberista; quello riformistico, cioè del capitalismo progressista, o se si vuole, in posizione difensiva; infine quello della critica radicale, cioè dal punto di vista del comunismo, che svela la realtà sociale.
L’ideologia liberista, come di consueto, fa un uso strumentale della libertà, in cui sostiene che ognuno deve essere libero di scegliere, e che se questa libertà è garantita tutto diviene lecito. Naturalmente tale principio dipende da che cosa si intende per libertà e il liberismo formula tale concetto nei termini della libertà del capitalista, cioè essenzialmente come libertà economica, cioè quella di combinare affari senza restrizioni, o con restrizioni ridotte al minimo. Ciò significa essenzialmente libertà di sfruttare il lavoro altrui e di farsi sfruttare. Lo sfruttamento così diviene lecito purché si tratti di una libera scelta, cioè purché il rapporto sia sancito da un contratto liberamente sottoscritto.

venerdì 17 febbraio 2012

Testimonianze dalla Grecia in rivolta


Traduciamo questo breve ma esaustiva cronaca della giornata di rivolta che ha attraversato la grecia, riportata dai compagni di Controverses www.leftcommunism.org/
altri materiali si possono trovare sul sito dndf.org/
Connessioni

Grecia la borghesia dichiara guerra al proletariato

Di fronte alla disinformazione dei media su ciò che realmente avviene in Grecia, pubblichiamo qui di seguito una testimonianza sulla manifestazione di Atene.
Il contenuto dei combattimenti in corso in Grecia deve essere valutato nel suo valore vero, ma anche visto nel suo possibile sviluppo in una serie di paesi del Sud Europa e poi nel suo cuore. Rendiamo omaggio al coraggio dei manifestanti che rompono con la possività, rispondendo alla violenza del sistema e tentando di sviluppare nuove forme di solidarietà per combattere la povertà diffusa imposta.
Controverses

Testimonianza pubblicata da Sergio Incinillas Perroloko, 13/02/2012 Atene:

giovedì 16 febbraio 2012

dal crollo finanziario alla crisi economica


Il clou della tesi di Kliman


Il clou della tesi di Kliman, di Paolo Giussani
per scaricare il materiale: 

Esselunga (Milano), materiali di una lotta


Esselunga appalta i lavori della logistica (carico e scarico nei depositi) a cooperative che fanno il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei lavoratori. I lavoratori sono quasi tutti extracomunitari.
E i caporali, che sono quasi tutti italiani, impongono salari corti e orari lunghi. Con le buone o con le cattive. Contro queste condizioni di lavoro da schiavi, i lavoratori sono scesi in lotta.
Da più di tre mesi, c’è un presidio permanete al polo logistico di Pioltello. La mano del padrone è caduta in modo pesante contro questa lotte: 25 lavoratori licenziati.
E con la mano del padrone, ci sono le manine degli sbirri e dei crumiri. Sempre pronti a provocare e aggredire. Sabato 11 febbraio, in alcuni centri commerciali Esselunga di Milano, è stato diffuso uda un gruppo di lavoratori  un volantino per denunciare il licenziamento dei 25 lavoratori di Pioltello.
Al centro commerciale di viale Zara, insieme al volantino di denuncia, è stata data in omaggio frutta e verdura gratis. Ma il gesto non è piaciuto ai padroni e ai loro servi. La direzione di Esselunga ha chiamato subito la Polizia Locale. E ha creato la classica tempesta in un bicchier d’acqua.

Ringraziamo il compagno Dino Erba e il Sicobas per la puntuale controinformazione su questa importante e significativa lotta che tocca direttamente il settore della logistica e coinvolge quella sempre citata ma mai effettivamente presa in considerazione massa di lavoratori dentro l’attuale dinamica di generalizzazione della precarietà.
Alleghiamo due volantini prodotti da un gruppo di lavoratori in sostegno ai lavoratori dell’Esselunga che condividiamo.
per scaricare i materiali: 

mercoledì 15 febbraio 2012

appunti sulla crisi


Con queste note non vogliamo assolutamente chiudere un simile dibattito, anzi pensiamo che questi appunti siano uno dei tanti tasselli che stiamo producendo in vista dell’uscita del numero 0 di Connessioni dedicato alla crisi e alle sue dinamiche.
Gli appunti sono di alcuni compagni della redazione di Connessioni
per scaricare il documento:crisi

Dalla fame di speculazione alla speculazione sulla fame

Dalla fame di speculazione alla speculazione sulla fame, di A.Pagliarone
per scaricare il documento:fame_speculazione

n.29 Pagine marxiste

N°29 Pagine Marxiste - Febbraio 2012
per scaricare la rivista:n.29PM

lunedì 13 febbraio 2012

Sull’uso bastardo della Grecia


Sull’uso bastardo della Grecia
ante

13 febbraio 2012

Non ce la faccio a stare zitto, a contemplare lo sfacelo che ha devastato i lavoratori greci senza reagire violentemente contro i lavoratori di tutta europa, questa mostruosità che ha fatto emergere nazionalismi da poveri cristi, impotenza generata dalla paura e vigliaccheria alimentata da un democraticismo e da un “rispetto delle regole” alimentato da una vecchia sinistra che ormai non esiste nemmeno più. Gli scontri violenti di Atene purtroppo non hanno avviato una reazione decisiva dei lavoratori che ormai dovranno subire la macelleria del governo Papademos totalmente asservito alla Bundersbank ed agli speculatori di mezzo mondo. I giovani violenti dovranno sottostare al diktat del resto dei lavoratori europei che tireranno un sospiro illudendosi di “non fare la fine della Grecia” Bastardi. I lavoratori tedeschi che hanno accettato supinamente la “riforme” sulle pensioni e sul mercato del lavoro con la promessa di azzerare la disoccupazione che si è invece attestata al 15%, mentre dal 2001 con l’introduzione della riforma Hartz sono aumentati vertiginosamente i lavoratori sottopagati e dequalificati secondo modalità paragonabili a quelle della Cina (vedi il Rapporto redatto da  Thorsten Kalina e Claudia Weinkopf dell’ Institut Arbeit und Qualifikation) e che attualmente ammontano al 20% della forza lavoro. Qualcuno dovrebbe ricordare, come ha fatto Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, al “proletariato” teutonico che “L’ultima volta che Germania necessitò di un salvataggio da parte dei creditori mondiali, riuscì ad assicurarsi condizioni migliori di quelle che hanno devastato la Grecia nella scorsa settimana

IWW storia e considerazioni critiche


IWW, Industrial Workers of the World storia e considerazioni critiche di Giuseppe Chiappetta
per scaricare il documento:iwwcon

sabato 11 febbraio 2012

Alcune considerazioni sull'organizzazione, Henri Simon


per scaricae l'opuscolo:  alcune_considerazioni_sui_organizzazione

Pubblichiamo questo scritto di Henri Simon, traduzione inedita in italiano, abbiamo precedentemente pubblicato altri suoi materiali (da Echanges e da Mondialisme) tra cui il suo scritto Il nuovo movimento.
Il testo qui prodotto è un materiale che al di la del punto di vista storico di quando è stato scritto (il 1979) mette in rilievo il problema della spontaneità e della classe come oggetto/soggetto nella lotta stessa. Il raffronto tra l’organizzazione spontanea e volontarista in una dinamica vista come un processo. Dove le contraddizioni tra queste forme e la loro stessa esistenza è analizzata sulla base delle condizioni oggettive imposte dal capitale e non sulla base di giudizi morali o di prese di posizioni ideologiche. Quando Simon parla di repressione, è qui intesa in modo ampio non solo come violenza diretta ma come imposizione delle necessità capitaliste.

Se il rapporto tra organizzazione volontarista e spontanea si da sempre, come sottolinea efficacemente Simon, l’efficacia dell’azione della classe e la sua capacità di rottura è tuttavia legata in ultima istanza ai meccanismi integratori o de-integratori del capitale stesso.

Connessioni per la lotta di classe
Febbraio 2012

venerdì 10 febbraio 2012

nella linea di faglia

Nella linea di faglia tra est e ovest, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, alla radice della violenza nazionalista
di Dino Erba, 2012
per scaricare il documento:nella_linea_di_faglia

Disoccupazione e movimento dei disoccupati negli USA

Disoccupazione e movimento dei disoccupati negli USA, P.Mattick, 1936
per scaricare
il documento:

Otto Ruhle e il movimento operaio tedesco

Otto Ruhle e il movimento operaio tedesco, di P.Mattick, 1945
per scaricare il documento:otto_ruhle

giovedì 9 febbraio 2012

Mosca: Di fronte al regime di Putin e ai neo-fascisti


Per maggiori info rimandiamo al sito dei compagni comunisti libertari russi: http://avtonom.org/
Nelle prossime settimane inizieremo a pubblicare alcuni materiali della sinistra radicale russa.

Mosca: Di fronte al regime di Putin e ai neo-fascisti

Il 4 febbraio, ancora una volta, la popolazione di Mosca si è mobilitata contro il regime di Putin. Secondo le fonti, si parla tra i 36.000 e 120.000 manifestanti hanno dimostrato per le strade della capitale della Russia.

lo schema numerico di Grossmann

LO SCHEMA NUMERICO DEL «CROLLO»
DEL CAPITALISMO DI HENRYK GROSSMANN
di P.Giussani
per scaricare il documento:schema_grossman

mercoledì 8 febbraio 2012

Se l’Europa piange, il Brasile non ride


Lo sciopero di polizia e pompieri è solo il segno di un diffuso movimento di lotte.
Le recenti disgrazie della vecchia Europa hanno steso un velo su quanto avviene in altre parti del mondo, rinfocolando la credenza che se l’Europa e gli Usa piangono, altri (forse) ridono, soprattutto i BRIC, Brasile, Russia, India, Cina le nuove frontiere del capitalismo.
In Russia, a parte gli oligarchi, non si sta tanto bene, e le recenti manifestazioni anti-Putin indicano un malessere diffuso. In Cina, il grande balzo in avanti si sta ammosciando, e i padroni stanno pensando a dislocare le fabbriche dove meglio possano spremere la forza lavoro, ma gli operai alzano la testa. E alzano la testa anche in Cambogia, uno dei paradisi del supersfruttamento. Altrettanto avviene in India, anzi ... per il 28 febbraio si annuncia uno sciopero generale che coinvolge cento milioni di lavoratori!

martedì 7 febbraio 2012

una risposta all'appello dei compagni/e di Perspective Internationaliste


In merito all’appello dei compagni/e di Perspective Internationaliste
Alcuni compagni/e della redazione di Connessioni per la lotta di classe
Febbraio 2012

Sulle pagine del nostro blog, stiamo in questi mesi cercando di inserire e produrre materiali tesi alla manifestazione dei nuovi rapporti sociali dentro la lotta di classe stessa, cosi come diamo ampio spazio a tutti coloro (nella storia e nel presente) che sviluppano una critica all’asservimento capitalista alla legge del valore.
Abbiamo pubblicato l’appello scritto dai compagni di Perspective Internationaliste appello-allarea-pro-rivoluzionaria, un invito ai compagni a cogliere il momento, dentro le dinamiche che apre la crisi, perché anche noi vediamo come oggi si aprano scenari inediti e compiti diversi per tutti coloro che vogliono sviluppare la critica dell’economia politica, basti pensare al processo di de-integrazione che oggi investe la classe. Lo sottoscriviamo e lo diffondiamo, perché apprezziamo questo tentativo.
L’appello è rivolto a tutti quei compagni e compagne che si collocano già oggi sulla critica dell’economia politica, non va letto quindi come un generico appello all’unità delle sinistre. Le sinistre stesse che come più volte hanno ricordato i compagni di PI sul loro giornale e sui loro materiali, sono dentro la logica del capitale, dove nelle sue varianti più antagoniste arriva a ipotizzare una maggiore razionalizzazione del capitalismo stesso, così come un tempo si pensava che Taylor si potesse utilizzare nel socialismo…

il lato cattivo n.1

segnaliamo l'uscita del primo numero
della rivista IL LATO CATTIVO,
frammenti di teoria del comunismo
per scaricare la rivista:ilc_-_n.1

lunedì 6 febbraio 2012

occupato un ospedale in grecia


L'ospedale della cittadina di Kilkis in Grecia è stato occupato dai lavoratori che hanno organizzato una conferenza pubblichiamo il loro appello. Al di là dei limiti, riteniamo che sia un passaggio importante, che esprime un salto di qualità nelle mobilitazioni in Grecia, dove i lavoratori iniziano a capire la loro effettiva forza. Inoltre proprio per il settore sanitario coinvolto, e il suo ruolo nella società nel suo complesso e la sua dimensione corporativa rappresenta un importantissima dimostrazione di come si può oggi generalizzare la lotta.

Redazione Connessioni

I lavoratori dell’ospedale di Kilkis: medici, infermieri e il resto del personale che ha partecipato alla Assemblea Generale ha concluso che:

Appello all’area pro-rivoluzionaria, Perspective Internationaliste

Appello all’area pro-rivoluzionaria 


Guardando il mondo di oggi, vediamo un urgente bisogno di rivoluzione, che contrasta con una debolezza profonda delle forze rivoluzionarie. Alcuni loro differenze sono importanti. Ma queste forze rivoluzionarie hanno anche importanti elementi in comune, posizioni rivoluzionarie internazionaliste che li separano da quelli il cui discorso non è altro che un pretesto per le la perpetuazione della forma capitalistica del valore. Abbiamo volutamente utilizzato il termine 'pro-rivoluzionaria', perché solo la storia sarà in grado di giudicare se quello che facciamo, discutiamo, pubblichiamo, come interveniamo ecc… ha un impatto rivoluzionario o no. Noi certamente vogliamo esserlo . Ma agiamo di conseguenza?

Lotta di classe: esacerbazione della prospettiva storica


Lotta di classe: 
esacerbazione della prospettiva storica
Da Perspective Internationaliste
n.54, 2010

Movimenti di classe continuano a verificarsi in tutto il mondo, riflettendo i crescenti attacchi frontali della classe capitalista alle condizioni di vita e di lavoro del proletariato. Tutti i movimenti che hanno avuto luogo di recente in Grecia, ma anche in Spagna, Francia o Germania, così come la manifestazione europea tenutasi in settembre a Bruxelles contro l'austerity, sono una reazione contro il progressivo smantellamento dei sistemi di sicurezza sociale, misure di austerity e la perdita di posti di lavoro. Questi attacchi diretti sono la conseguenza dell’aggravarsi, senza precedenti, della crisi economica globale che è scoppiata nel 2008. Dall'inizio del’approfondirsi della crisi nel 2007, si stima che i posti di lavoro persi in tutto il mondo siano più o meno 35 milioni.

PROLETARIATO E ORGANIZZAZIONE


PROLETARIATO E ORGANIZZAZIONE
di  Valerio Bertello, gennaio 2012

Un discorso sull’organizzazione deve iniziare da un dato di fatto: il movimento rivoluzionario sta attraversando una fase di ricostruzione, fase che segue la chiusura di un ciclo, quello delle lotte degli anni 70, che si è concluso, come è necessario, quando le forze in campo hanno raggiunto i propri limiti storici. Ciò non significa che il ciclo sia terminato con una sconfitta. E’ vero piuttosto che tali lotte hanno mutato i rapporti tra proletariato e borghesia, creando così un nuovo contesto con il quale le classi dovranno misurarsi. Quale sia il contesto è un discorso che va oltre i limiti della presente nota. Qui si vuole solo rimarcare che se si vuole affrontare la nuova fase senza un inutile fardello di falsi problemi è necessario liberarsi della sindrome della sconfitta.

domenica 5 febbraio 2012

Sulla reificazione


Sulla reificazione
da Perspective Internationaliste, n.53, 2010

Come prendere in considerazione le fluttuazioni della crisi attuale del capitalismo in funzione degli interessi di classe, sapendo che storicamente gli elementi costitutivi che permettono il funzionamento e la reazione contro lo sfruttamento non svolgono lo stesso ruolo oggi?
Cosa è che fa si che queste reazioni siano cosi timide, nonostante l'importanza della crisi, nonostante le richieste provenienti da coloro che pretendono di parlare in nome della classe?. Chiaramente le spiegazioni "classiche" della crisi non sono sufficienti a dare un senso agli eventi attuali. Allora, cosa succede? C'è l'integrazione del proletariato alla logica del capitalismo?
Dobbiamo prima capire il significato delle variazioni del capitalismo e l'impatto sul proletariato. Vari economisti come Hans-Georg Backhaus, Helmut Reichelt, Werner Bonefeld, Moishe Postone, e Anselm Jappe cercare di rispondere usando il concetto di alienazione.

giovedì 2 febbraio 2012

La rivoluzione non è affare di partito


La rivoluzione non è affare di partito, di Otto Rühle (1920)

I
Il parlamentarismo si afferma insieme al dominio della borghesia ed è con esso che nascono i partiti politici.(1)
La borghesia trova nei parlamenti l'arena dei suoi primi conflitti con la corona e con la nobiltà. Essa si organizza politicamente per conferire alla legislazione una forma corrispondente alle esigenze del capitalismo. Il capitalismo, d'altronde, non possiede un carattere omogeneo: i diversi strati sociali e gruppi d'interesse, in cui si suddivide la borghesia, fanno valere ciascuno le proprie differenti rivendicazioni. E' per farsi portavoce di tali rivendicazioni che sorgono i partiti politici, e che inviano i propri rappresentanti in parlamento. Quest'ultimo diventa quindi il luogo di tutte le lotte per il potere politico ed economico (in un primo momento solo sul piano legislativo, ma in seguito, sempre nel quadro del sistema parlamentare, anche su quello del controllo del potere esecutivo). D'altra parte le lotte parlamentari, così come quelle tra i partiti, non sono che schermaglie verbali: programmi, polemiche giornalistiche, manifesti, relazioni per le riunioni, risoluzioni, discorsi parlamentari, decisioni - nient'altro che parole. L'attività parlamentare, sempre di più col passare del tempo, degenera in chiacchiera da salotto. Ma fin dall'inizio i partiti non sono che banali macchine preposte alla gestione delle elezioni. Non è un caso se, originariamente, essi venivano chiamati "unioni elettorali".(2)
Borghesia, parlamento e partiti politici si condizionano e si implicano reciprocamente in modo necessario. Nessuno di questi elementi è concepibile senza gli altri. Essi definiscono la fisionomia politica dell'epoca borghese-capitalista.

critica del partito rivoluzionario


Critica del partito rivoluzionario, 1936
A.Pannekoek

Noi ci troviamo attualmente solo agli inizi di un nuovo movimento operaio. Il vecchio movimento si incarna nei partiti, e la credenza nel partito costituisce oggi il freno più potente per la capacità d’azione della classe operaia. Per questo noi oggi non cerchiamo di crearne uno nuovo, e non perchè siamo troppo pochi -qualunque partito è piccolo all’origine - ma perchè oggigiorno un partito non può essere altro che un’organizzazione che mira a dirigere e a dominare il proletariato. A questo tipo di organizzazione, noi contrapponiamo il seguente principio: la classe operaia potrà affermarsi e vincere soltanto a condizione di prendere essa stessa in mano il proprio destino. Gli operai non devono adottare religiosamente le parole d’ordine di un gruppo qualsiasi -e neppure del nostro- ma devono pensare da soli, decidere e agire loro stessi. Ed ecco perchè, in questo periodo di transizione, noi pensiamo che essi possono trovare degli organi di chiarificazione naturali appunto nei gruppi di lavoro, nei circoli di studio e di discussione, che si sono formati spontaneamente e che cercano da soli la propria strada.