lunedì 6 febbraio 2012

Appello all’area pro-rivoluzionaria, Perspective Internationaliste

Appello all’area pro-rivoluzionaria 


Guardando il mondo di oggi, vediamo un urgente bisogno di rivoluzione, che contrasta con una debolezza profonda delle forze rivoluzionarie. Alcuni loro differenze sono importanti. Ma queste forze rivoluzionarie hanno anche importanti elementi in comune, posizioni rivoluzionarie internazionaliste che li separano da quelli il cui discorso non è altro che un pretesto per le la perpetuazione della forma capitalistica del valore. Abbiamo volutamente utilizzato il termine 'pro-rivoluzionaria', perché solo la storia sarà in grado di giudicare se quello che facciamo, discutiamo, pubblichiamo, come interveniamo ecc… ha un impatto rivoluzionario o no. Noi certamente vogliamo esserlo . Ma agiamo di conseguenza?


1 - L'attuale crisi economica non è solo un calo congiunturale, il risultato di una avidità sfrenata. Questa non è una crisi del neoliberismo, ma una crisi del capitalismo. Essa mostra l'obsolescenza storica del capitalismo, l'urgente necessità di sradicarlo nella sua essenza e sostituirlo con un mondo in cui il soddisfacimento dei bisogni umani costituisce la forza motrice piuttosto che il profitto, un mondo che non è più governato dalla legge del valore, non più diviso in nazioni, razze e religioni, in cui l'auto-emancipazione degli sfruttati farà, per la prima volta, della libertà individuale una realtà.
2 - Le conseguenze di questa crisi sono e saranno sempre più devastanti. Nei suoi disperati tentativi di ridurre i costi per ripristinare il tasso di profitto, la classe capitalista infligge la disoccupazione di massa, i tagli dei salari e dei benefici per i lavoratori, la fame, le malattie e la perdita dell’alloggio per tutti i diseredati. Per lo stesso motivo, continua il suo attacco contro l'ambiente. Inoltre, la crisi rafforza la strada che porta alla guerra. Quando i mezzi economici convenzionali per ottenere profitti sono bloccati, l'uso della violenza diventa sempre più allettante, il bisogno di devalorizzazione all'interno del processo di accumulazione genera distruzione ancora maggiore.
3 - L'unica forza in grado di impedire al capitalismo di condurre l'umanità verso l'abisso è la rivoluzione internazionale della classe. L'unico modo per questa rivoluzione di riuscire è attraverso lo sviluppo dell’auto-organizzazione collettiva della lotta di classe, rompendo tutte le divisioni che il capitalismo impone su di essa. Da questa auto-organizzazione delle lotte emergerà l’auto-organizzazione di un mondo post-capitalista.
4 - La crisi inevitabilmente provoca convulsioni sociali. In ciascuna di esse, sono all’opera forze contraddittorie, ci saranno voci che sosterranno l’abbandono per fermare la lotta. Ci saranno coloro che difenderanno il particolarismo di ogni lotta per mantenerla isolata. Ci saranno quelli che cercheranno di indirizzare la rabbia non contro il capitalismo ma contro i lavoratori di altre nazionalità, contro gli immigrati o altri capri espiatori. Ma in ogni lotta, ci sarà anche bisogno della spinta in avanti, di portare il movimento, più lontano possibile; ci saranno voci che chiameranno all'estensione delle lotte, all'unità degli sfruttati per un auto-organizzazione collettiva, contro il rispetto delle leggi e delle istituzioni capitalistiche. E, sempre più, ci saranno chiaramente  voci che diranno chi è il vero nemico: il capitalismo stesso.
5 - Quali saranno i risultati del confronto tra queste forze contrastanti non è predeterminato. I pro-rivoluzionari riconoscono di essere un fattore nell'equazione. La forza sociale, che lavora per il rovesciamento del capitalismo assume molte forme e essi sono una di queste. Pertanto, essi partecipano alle lotte degli sfruttati, quanto più possibile, e sono dalla parte di chi spinge per espandere la lotta.
6 - La loro chiarezza teorica può essere un catalizzatore importante per lo sviluppo della comprensione, per tutta la classe e oltre, di ciò che è in gioco. Ma per fare la sua parte, i pro-rivoluzionari devono superare la loro frammentazione riunendosi per difendere le posizioni rivoluzionarie con una voce forte e chiara.
7 - E' tempo che i pro-rivoluzionari riconoscano apertamente che l'accelerazione della crisi del capitalismo, nella sua profondità e portata, ha notevolmente alzato la posta in gioco. Questo necessità di misurarsi con le differenze e divergenze in relazione alle proprie urgenti responsabilità del momento. Naturalmente, gruppi e circoli rivoluzionari sono profondamente divisi, ma se tutti hanno il desiderio di difendere le posizioni rivoluzionarie allora questo è il momento per dimostrarlo. Alla luce di queste sfide, dobbiamo diffondere le nostre idee pubblicamente e quanto più possibile attraverso discussioni comuni, meeting, prese di posizioni comuni e azioni di intervento. Se i pro-rivoluzionario non mettono avanti queste prospettive, chi lo farà? Chi discuterà apertamente tra la classe, sia il significato storico delle sue lotte rispetto a questa crisi sia delle implicazioni nei casi in cui la classe dominante imporrà le sue scelte?
8 - Le divergenze teoriche non costituiscano un ostacolo a lavorare insieme, fanno parte della vita proletaria rivoluzionaria; il settarismo è l'ostacolo. L’area ha una scelta fondamentale da fare. Essere d'accordo con questo appello sarà solo un primo passo, dobbiamo cominciare subito. E non abbiamo l'eternità per pensarci. Il capitalismo non morirà da solo. Siamo determinati a dare il nostro contributo.
2009

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