SELVAGGIO
ATTACCO POLIZIESCO A BASIANO.
Questa
mattina, mentre gli operai del magazzino di Basiano (MI) presidiavano i cancelli sono stati
violentemente caricati dai carabinieri. Di fronte alla loro coraggiosa
resistenza, solo con l'uso di candelotti con gas asfissianti, sparati in tutte
le direzioni e ad altezza d'uomo, le "forze dell'ordine" hanno potuto
sgombrare i cancelli, e permettendo così l'ingresso di un pullman di crumiri,
appositamente fatto arrivare dalla cooperativa subentrante, La Bergamasca, per
sostituire i lavoratori in sciopero. Negli scontri una ventina di operai, tutti
immigrati, sono rimasti feriti. Alcuni sono stati arrestati in ospedale.
Questa
è la loro legge: la legge della rapina, del furto, dello sfruttamento
selvaggio. Questa è l'unica legge che lo Stato democratico vuol far
rispettare...
Decine
e decine di lavoratori immigrati, di ogni etnia e credo, di ogni provenienza ed
età, selvaggiamente pestati per permettere ad un pugno di malavitosi di
imperare in questo settore facendo lauti profitti sulla pelle dei proletari.
Ma
queste lotte dimostrano che reagire si può, che non tutto è perduto, che non
tutti sono disposti a rassegnarsi ad un futuro di lavoro sottopagato,
minacciato dai ricatti, preda di ogni sopruso.
Un
futuro che non possiamo consegnare così alle generazioni che verranno.
Occorre
alzare la testa, seguendo l'esempio di lotta e di determinazione di questi
operai di Basiano.
Per
lottare contro lo sfruttamento.
Per
lottare per il superamento di ciò che lo genera, il capitalismo!
I
fatti
Il
magazzino di Basiano è un centro logistico che rifornisce la catena di
supermercati “Il Gigante”, che ha dato in appalto lo scarico e il carico dei
prodotti a due diverse imprese, le quali a loro volta hanno dato in appalto la
gestione de lavoro a due cooperative: Synergy (gruppo Alma) con circa 90 operai
e La Bergamasca
(25-30 operai).
Questa
la ricostruzione dei fatti fornita dal SI Cobas:
“Il
percorso comincia proprio mentre infuriava la battaglia all'Esselunga corso.
Infatti molti operai di Basiano abitano a Pioltello e diversi di loro, tramite
Alma, avevano lavorato a suo tempo proprio a Pioltello. Proprio questo incrocio
di conoscenze e esperienze, è alla base di un percorso di sindacalizzazione
che, dopo alcuni contatti diretti con la cooperativa Bergamasca (trovando
soluzione positiva ad alcune questioni sindacali poste sul tappeto) avevano
portato allo sciopero di tre settimane fa, promosso dai 30 iscritti al SI.Cobas
(tutti pakistani) a cui aveva finito per aderire anche il consistente
contingente degli egiziani di Alma. Alla base dello sciopero le scandalose
condizioni economiche degli operai di "Bergamasca" ai quali, oltre al
mancato riconoscimento della professionalità e degli istituti contrattuali
previsti, viene applicato un balzello di 2500€ l'anno di quote sociali per far
fronte alle perdite economiche complessive della cooperativa.
Gli
egiziani dichiareranno poi apertamente di essere in sciopero perché solidali
coi colleghi di Bergamasca e perchè non possono ammettere che a parità di
lavoro, qualcuno prenda 400€ al mese meno di loro, perchè questo è una minaccia
alle loro stesse condizioni
E
la lungimiranza di queste affermazioni non tarderanno a manifestarsi, quando
giunge, a freddo, la notizia che Alma ha dato disdetta dell'appalto a partire
dal 20 giugno, che intende abbandonare gli operai al destino dell'appalto (in
sostanza licenziamento o Cassa integrazione), che Bergamasca andrà a rilevare
la parte di appalto lasciata vacante da Alma, con l'intenzione di portarci a
lavorare altri "suoi operai" finora utilizzati col metodo del lavoro
a chiamata senza assorbire, come previsto dalla legge, gli operai di Alma.
La
logica del cambio d'appalto appare evidente: si buttano fuori 90 lavoratori che
lavorano ad una media di 9€ all'ora per sostituirli con altrettanti che
lavorano a 6€. A orchestrare il tutto, ovviamente la direzione de "il
gigante" e delle due aziende intermediarie di servizi di cui si serve
(Gartico e Italtrans). Il cerchio della logica capitalista si chiude come una
morsa sul destino immediato di 90 lavoratori che reagiscono immediatamente come
belve inferocite
La
battaglia dell'8 giugno
Fin
dal mattino gli operai di Alma incrociano le braccia e occupano i reparti.
Dall'altro lato del magazzino, i compagni di Bergamasca rallentano la
produzione a tal punto che rendono totalmente inefficace l'afflusso di 40
operai esterni aggiuntivi
La
situazione diventa quindi incandescente a partire dalla scadenza dell'ultimatum
dato dai carabinieri, fissato per le 17, per liberare il magazzino
dall'occupazione
Alle
20 scatta l'azione della polizia in antisommossa che prima trascinano fuori dal
magazzino gli operai e poi passano ai manganelli. Alla fine si conteranno 5
feriti di cui 4 sostanzialmente lievi e uno che, all'una di notte, era ancora
in ospedale per le percosse subite al fegato.
Dopo
la carica e la concitazione successiva, tutti gli operai coinvolti nella
battaglia (che nel frattempo si sono uniti al SI.Cobas) si uniscono ai 20
colleghi di Bergamasca che stazionavano, fin dalle 15, fuori dai cancelli.
Alle
24 la polizia ha abbandonato la scena: lo sciopero si protrarrà e il presidio
diventa permanente.”
Oggi
lunedì 11 giugno dalle 3 del mattino quasi tutti gli operai Alma e una
quindicina degli operai Bergamasca, con il sostegno di altri attivisti, hanno
presidiato i cancelli. La
Bergamasca ha organizzato un pullman di operai, quasi tutti
estranei al magazzino, da utilizzare per
sostituire gli operai in sciopero: pratica che tra l’altro è illegale. I carabinieri
hanno scortato il pullman, poi hanno caricato il picchetto degli scioperanti,
che hanno reagito con rabbia, respingendo i militari, dopo che i primi compagni
caduti a terra erano stati selvaggiamente colpiti. In una seconda carica le
“forze dell’ordine” lanciavano candelotti lacrimogeni e asfissianti, infierendo
con i manganelli.
L’”ordine”
era “ristabilito”, con 20 feriti tra gli operai, soprattutto egiziani, e i
crumiri fatti entrare a lavorare in sostituzione degli scioperanti.
Lo
Stato ha usato ancora una volta la violenza contro gli operai che rivendicano i
propri diritti contrattuali, e a favore del padronato che deruba
sistematicamente lo Stato stesso evadendo contributi e tasse, e infrangendo la
legge che vieta la sostituzione dei lavoratori in sciopero.
Agli
operai del “Gigante” di Basiano va tutta la nostra solidarietà attiva.
Insieme
a quelli di molte cooperative della logistica, provenienti da tutto il mondo,
che in questi mesi hanno rialzato la testa contro per difendere le proprie condizioni
di lavoro e la propria dignità, essi sono un esempio per tutti i lavoratori
italiani colpiti da padronato e governo.
COMUNISTI
PER L'ORGANIZZAZIONE DI CLASSE - COMBAT NORD-
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