lunedì 2 aprile 2012

5 tesi sulla lotta di classe, A. Pannekoek


5 Tesi sulla lotta di classe contro il capitalismo
A.Pannekoek, Maggio 1947

I. Il capitalismo, in un secolo di sviluppo ha incrementato enormemente il proprio potere, non solo attraverso l’espansione su tutta la superficie terrestre, ma anche attraverso lo sviluppo sotto nuove forme.
Con il suo sviluppo, la classe operaia ha aumentato il proprio potere, in numero, in concentrazione delle masse, in organizzazione. La sua lotta contro lo sfruttamento capitalista, per il dominio dei mezzi di produzione, si va sviluppando continuamente e deve trovare nuove forme.
Lo sviluppo del capitalismo ha portato alla concentrazione di potere nelle mani dei grandi monopolisti nei rami principali della produzione. Questi ultimi sono intimamente connessi con il potere statale, e lo dominano; controllano la maggior parte della stampa, dirigono l’opinione pubblica. La democrazia della classe media si è mostrata il miglior travestimento per la dominazione politica del capitale. Allo stesso tempo, c’è una tendenza crescente nella maggior parte dei paesi all’utilizzo del potere organizzato dallo Stato per concentrare nelle proprie mani la direzione delle industrie strategiche, come inizio di un’economia pianificata. In Germania, un’economia diretta dallo Stato ha unito la direzione politica e l’amministrazione capitalista in uno sfruttamento di classe combinato. Nel capitalismo di Stato in Russia, la burocrazia domina collettivamente sui mezzi di produzione, e mantiene sottomesse le masse sfruttate attraverso un governo dittatoriale.


II. Il socialismo, innalzato a meta della lotta degli operai, è l’organizzazione della produzione da parte del Governo. Significa il socialismo di Stato, il comando dei funzionari statali sulla produzione e dei dirigenti, scienziati, capi, in fabbrica. Nell’economia socialista, questo corpo, formato da una burocrazia ben organizzata, sta a capo del processo di produzione. Ha competenza sul prodotto totale, determinando quale parte viene assegnata come salario per i lavoratori, e si appropria del resto per le necessità generali e per loro stessi. Gli operai, in democrazia, possono scegliere i propri padroni, ma non sono loro stessi padroni del proprio lavoro; ricevono solo una parte del prodotto, assegnato loro da altri; sono ancora sfruttati e devono ubbidire a una nuova classe dominante. Le forme democratiche, che si suppone o si pretende accompagnino il governo della classe dominante, non alterano la struttura fondamentale del sistema economico.
Il socialismo è stato proclamato meta dalla classe operaia quando, nella sue prime sollevazioni, si sentiva impotente, incapace di conquistare da se stessa le fabbriche, e cercava nello Stato protezione contro la classe capitalista attraverso le riforme sociali. I grandi partiti politici che incarnavano queste aspirazioni, la socialdemocrazia e i partiti laburisti, si convertirono in strumenti per “regimentare”(inquadrare) la classe operaia al servizio del capitalismo, nelle sue guerre per il potere mondiale, così come nella politica domestica in tempo di pace. Il Governo operaio del Partito Laburista Britannico non poteva nemmeno dirsi socialista, ma si poteva dire che fosse un modernizzatore del capitalismo. Attraverso l’abolizione dei suoi aspetti inomignosi e retrogradi, introducendo la gestione statale subordinata alla preservazione –garantita dallo Stato- dei guadagni per i capitalisti, fortifica la dominazione capitalista e perpetua lo sfruttamento degli operai.

III. L’obiettivo della lotta di classe è la sua liberazione dallo sfruttamento. Questo fine non si raggiunge e non si può raggiungere mediante una nuova classe dirigente e governante che si sostituisca alla borghesia. Può essere realizzata solo dai lavoratori stessi come padroni della produzione.
Il dominio degli operai sui mezzi di produzione significa, in primo luogo, l’organizzazione del lavoro in ogni fabbrica o stabilimento e la propria struttura. Al posto del capo-fabbrica e dei suoi subordinati, tutta la regolazione è elaborata attraverso la decisione del corpo intero dei lavoratori. Questo corpo, comprendendo tutti i tipi di lavoratori, specializzati e scientifici, prendendo tutti parte alla produzione, decide in assemblea tutto ciò che è relazionato col lavoro di ogni giorno. Il fatto che chi deve fare un determinato lavoro deva prendere parte alla regolazione del lavoro medesimo e assumere responsabilità dentro a un proposito collettivo, può applicarsi a ogni ramo della produzione. Questo significa, in seconda battuta, che tutti gli operai creano i propri organi per coordinare le fabbriche separate in una totalità organizzata di produzione pianificata. Questi organi dei lavoratori sono i consigli operai.
I consigli operai sono corpi delegati, inviati dalla struttura interna alle fabbriche o dalle sezioni delle grandi industrie, portando le intenzioni e le opinioni degli organici degli stabilimenti per discuterle e prendere decisioni sulle questioni comuni, portando al ritorno i risultati del proprio operato ai propri mandanti. Questi porranno delle questioni e proclameranno le regolazioni necessarie e, unendo le differenti opinioni in un risultato comune, formano la concezione delle unità indipendenti in una totalità adeguatamente organizzata. Non sono un quadro permanente di dirigenti, ma possono essere revocati e cambiati in ogni momento. I suoi primi germi sono comparsi all’inizio delle rivoluzioni russa e tedesca(i soviets, gli arbitrate). Questi organismi dovranno giocare un ruolo crescente nei futuri sviluppi della classe operaia.

IV. I partiti politici oggi giorno hanno due funzioni. In primo luogo aspirano al potere politico, alla dominazione nello Stato, a prendere nelle proprie mani il governo e a utilizzare il proprio potere per mettere in pratica il proprio programma. Per raggiungere questo proposito devono anche, in secondo luogo, conquistare ai propri programmi le masse lavoratrici: attraverso insegnamenti, chiarendo il proprio punto di vista o attraverso la propaganda, creando semplicemente un gregge di seguaci.
I partiti della classe operaia indicano come propria meta la conquista del potere politico; di conseguenza, il governo negli interessi operai, e specialmente l’abolizione del capitalismo. Si definiscono come avanguardia della classe operaia, la sua parte più cosciente, capace di condurre il resto della non-istruita classe agendo nel suo nome e come suoi rappresentanti. Pretendono di essere capaci di liberare gli operai dallo sfruttamento. Una classe sfruttata però non può liberarsi semplicemente votando e scegliendo al potere un nuovo gruppo di governanti. La libertà può essere conquistata dalle masse operaie solo attraverso della propria azione organizzata, prendendo nelle proprie mani il proprio destino, dedicandosi all’esercizio di tutte le sue capacità, dirigendo e organizzando la lotta e il lavoro in se stessi mediante i propri consigli.
Per i partiti rimane infine una seconda funzione, cioè estendere il punto di vista e la conoscenza, studiare, discutere e formulare le idee sociali, e mediante la propaganda, illuminare le menti delle masse. I consigli operai sono gli organismi per l’azione pratica e la lotta di classe operaia; sui partiti ricade il compito di rinvigorire il suo potere spirituale. Il suo operato è parte indispensabile nell’auto-liberazione della classe operaia.

V. La forma più forte di lotta contro la classe capitalista è lo sciopero. Gli scioperi sono necessari, in ogni caso, contro la tendenza dei capitalisti all’incremento dei propri guadagni mediante il decurta mento dei salari e l’incremento delle ore o dell’intensità del lavoro.
I sindacati si sono formati come strumenti di resistenza organizzata e si basano su una forte solidarietà e nell’aiuto reciproco. Con la crescita delle grandi corporazioni il potere capitalista è aumentato enormemente, perché in pochi casi gli operai sono capaci di resistere al degrado delle proprie condizioni lavorative. I sindacati si convertono in strumenti di mediazione fra capitalisti e operai; fanno patti con i padroni che cercano poi di applicare sugli spesso riottosi operai. I capi aspirano a convertirsi in una parte riconosciuta dell’apparato di potere del capitale e dello Stato che domina sulla classe operaia; i sindacati si convertono in strumenti del capitale monopolista, il quale attraverso i primi detta le proprie condizioni agli operai.
Il diritto della classe operaia in queste circostanze prende sempre più la forma di scioperi selvaggi. Questi sono spontanei, esplosioni di massa dello spirito di resistenza a lungo represso. Sono azioni dirette nelle quali gli operai prendono la propria lotta completamente nelle proprie mani, lasciandone fuori sindacati e dirigenti.
L’organizzazione della lotta è portata avanti tramite i comitati di sciopero, delegati degli scioperanti scelti dall’organico dello stabilimento. Attraverso le discussioni in questi comitati gli operai stabiliscono la propria unità d’azione. L’estensione dello sciopero a masse sempre più larghe, l’unica tattica appropriata per strappare concessioni al capitale, è sostanzialmente opposta alle tattiche sindacali di restringere la lotta e metterne fine al più presto possibile. Questi scioperi selvaggi nel presente sono le uniche espressioni reali della lotta di classe degli operai contro il capitale. In questi le masse esprimono la propria libertà, scegliendo e dirigendo le proprie azioni da se stessi, non diretti da altri poteri e per altri interessi.
Questo determina l’importanza di tali contestazioni della classe per il futuro. Quando gli scioperi selvaggi prendono sempre maggiore estensione si trovano di fronte l’intero potere fisico dello Stato. Di modo che assumono carattere rivoluzionario. Quando il capitalismo si converte in un governo mondiale organizzato –anche se ancora solo in forma di due poteri avversari, minacciando l’umanità con la distruzione totale- la lotta per la libertà della classe operaie prende la forma di una lotta contro il potere dello Stato. Gli stessi scioperi assumono i caratteri di grandi scioperi politici, a volte scioperi universali. Allora i comitati di sciopero necessitano assumere funzioni generali sociali e politiche, e acquisire il carattere di consigli operai. La lotta rivoluzionaria per il dominio sulla società è al tempo stesso una lotta per la dominazione sulle fabbriche e nelle fabbriche. Allora i consigli operai come organismi di lotta si convertono al tempo stesso in organismi di produzione.

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